L’industria meccanica veneta, seconda in Italia con 6 mila imprese e 55 mila addetti è una delle prime al mondo per presenza sui mercati internazionali, fatturati e per innovazione tecnologica.
Purtroppo la presenza femminile, già molto bassa in tutti i settori dell’industria italiana, in quella meccanica veneta non si discosta mai da percentuali a una cifra. Colpa di una mentalità diffusa e di una certa chiusura mentale. Una tradizione che è stata ed è la forza dell’imprenditoria veneta ma con qualche retaggio che a volte ci frena.
Siamo sempre stati un’azienda aperta alle donne che hanno voglia di fare al pari di un uomo, alle donne attente e capaci, forse più di un uomo, alle donne che hanno voglia di realizzarsi a tutti i livelli in relazioni paritarie. Gli ambienti sono puliti, ordinati, e sia alle donne che agli uomini non è richiesta una particolare forza fisica, come ormai in qualunque azienda metalmeccanica. Serve invece saper lavorare insieme, essere attenti, precisi, organizzati, un bel gioco di squadra che dia un segno importante ai giovani, un’opportunità di crescita per ragazze e ragazzi, perché possano scegliere il meglio liberi da pregiudizi.